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Visualizzazione dei post da marzo, 2025

Cari tutti

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 Miei cari lettori, che sommessamente seguite i miei passi malfermi in questo inatteso, terribile percorso, in cui mi avventuro con le mie ossa sgangherate, vi ringrazio tanto per la presenza, la vicinanza, i messaggi che ogni tanto come sussurri trovo. Grazie. Tutto è difficile per me, ora. Per prima cosa l'abituarmi alle mie nuove dimensioni, io, che ero ai limiti del sovrappeso, che da giovane avevo un corpo atletico e scattante, quadricipiti da ballerina, bicipiti da lanciatrice: ora, somiglio a una deportata. Il rapporto col cibo: regola n.1 - il cibo non si getta, mai. Il cibo è gioia, gratificazione. Il pane è una delizia, la pasta mi mandava in solluchero, i fritti una gioia per il palato. Ora, niente di niente di tutto ciò. Il corpo accetta solo vellutate, semolino, pastina piccola. Uova all'ostrica, eccezionalmente zabaione, cacao sciolto nell'acqua. Pesci molto morbidi e masticati, gamberetti. Unici condimenti, sale e limone, al più senape e un po' di peperon...

Non c'è campo

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 Così sto io. Disconnessa dal quotidiano, intrappolata dagli appuntamenti sanitari, dalle iniezioni, dalle pillole, dalle chemio. Mi dibatto nel mio manicomio personale, sto senza forze, mi metto a letto con foga e poi mi accorgo che il letto mi ghermisce, che fatico ad alzarmi, capogiri, vertigini. Sono anche caduta.   Non parliamo dei disturbi del digerente, come metto una cosa in bocca so già che starò male. Vorrei dire basta, trovatemi un posto di marmo, o di pietra lavica, come volete, mettetemici dentro e sia finita.   Scusate, non si può dire, lo so. Ma non mi parlate di combattimenti, non mi sento un gladiatore, ma un cristiano in mezzo ai leoni. Sbranatemi e sia finita