Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Il convolvolo

Immagine
 Alle volte i piccoli drammi si vanno a infilare nei posti più strani. Ad esempio,  se il filo per la ricarica del telefono è  corto, e dal letto non ci si arriva, è possibile essere schiavi della disponibilità a recuperarlo di chi passa? Per un po' sì,  ovviamente.  Ma poi si cercano soluzioni.  Anche perché il cellulare è  l'unico contatto con il mondo di fuori, oltre l'ora di visita quotidiana. L'unico legame con i figli, taluni dei quali lontani,  lontanissimi. L'ultimo baracchino per lanciare un S.O.S. nella notte buia della sofferenza, della tregenda, dello sconforto.  La tecnica del convolvolo :  ciascun letto di ospedale ha in dotazione una grossa maniglia sospesa, a cui attaccarsi per sollevarsi. Ad essa viene appeso il campanello, che ha un lungo, spesso cavo. Ebbene il cavetto, misero e fine, del telefono, può  essere avvolto intorno a codesto cavo  almeno un paio di volte, riproducendo la tecnica del convolvolo che ...

XII grado

Immagine
 

La risalita

Immagine
Per dove passano le strade dell'autonomia? Talvolta hanno percorsi imprevedibili, impensati.  Si entra in ospedale per un prelievo, così,  tra un impegno e l'altro,  e ci si ritrova ricoverati a sorpresa.  E poi, tutto il resto. E quando apri gli occhi, emergendo.(provando a riemergere) dalle acque torbide e putride dove ti trovi, vedi che ciò che era scontato non lo è  affatto. Camminare? Mangiare? Respirare? Andare al bagno? Tutto deve essere riconquistato. (Pensi alla te che iniziava la giornata nottetempo, lasciava le colazioni sul tavolo della cucina e fuggiva, in ore antelucane, verso siti impervi e lontani, per strade lunghissime e solitarie) Ora, mangiare si fa ai piedi del letto, la pastina, minuscola, una sorpresa, l'omogeneizzato buono ma stancante,  di frutta frullata mangi giusto un poco,  tu che ti deliziavi a trasgredire consumando due frutti. Ora, il percorso fino al bagno va fatto con la guida. Ora, inventi strategie per gestire tutti ...

Oggi tè

Immagine
 Ok il servizio non era esattamente questo, ma un bicchiere di cartoncino, e in luogo della pâtisserie c'erano comuni fette biscottate.  Ma come descrivere l'arsura, l'arsura, le labbra voraci di piccole garze inumidite. A un tratto mi sono ricordata di quando, in un piccolo prolungamento del viaggio di nozze, 42 anni fa ci fermammo a Treviso. C'era una graziosa fontanella, ma era difficile bere al beccuccio, perché basso e molto ricurvo, irraggiungibile. Finché una vecchietta del posto ci spiegò: turò con l'indice il beccuccio e un alto zampillo ci dissetò tutti. Ho sognato quello zampillo fresco e dissetante di un caldo agosto dell'1982

HOLA (il duello)

Immagine
 

Hola. (Più che un saluto)

Immagine
  “Hola. Mi nombre es Inigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre. Preparate a morir!”   Più di 30 anni fa, K ha preso mio padre. Ma ora, deve vedersela con me. *Dal film La principessa sposa romanzo scritto da William Goldman

Hola

Immagine
 

Domani

Immagine
 

Aspic

Immagine
 Adesso sono qui, fuori dal mondo, tra infermiere diafane e graziose, immersa in un silenzio che ha la consistenza di un gel. Dov'è la mia casa, dove i miei gatti, il cane,  dove i miei cari famigliari, dove le mie bellissime nipotine? Dov'è sparita la mia campagna? Forse un ospedale è  questo: un enorme aspic con dentro i malati.