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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

L'arcobaleno

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  Lo vedete nella foto? Ed è  vero, in senso letterale e figurato. Ho chiesto al medico quale fosse la mia "durata' Mi ha risposto che, considerate le piccole dimensioni, posso pensare di guarire Volevo condividere con voi questo mio "arcobaleno personale" (Non penso di guarire, no. Ma un paio d'anni per vedere tante situazioni sistemate, quelli sì, li vorrei)

Reazioni

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 Magari credete che io stia in poltrona a pensare alla dissoluzione, magari credete che io stia con lo sguardo perso ad affliggere i miei poveri familiari. Tranquillizzatevi, non è così. Sto invece svolgendo un tot di faccende domestiche, sto scrivendo e disegnando, stamattina sono andata a partecipare alla raccolta delle nocciole. Al ritorno mi sono occupata dei pavimenti e ho anche progettato lo spostamento di taluni fastidiosi ingombri in casa. Tutto ciò con molta più energia del solito, altro che Betotal. Non intendo sprecare nemmeno un minuto del tempo residuo. =================== (Potrebbe essere l'ultima estate, l'ultimo agosto, le ultime nocciole.)

Leggendo

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 Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.” Harper Lee - Il buio oltre la siepe
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-------- La voce ------ [...]  Il y a aussi un coucou en bois.  Je ne sais pourquoi il n'a plus de voix.  Je ne veux pas le lui demander.  Peut-être bien qu'elle est cassée,  la voix qui était dans son ressort,  tout bonnement comme celle des morts.  [...] Francis Jammes (La salle à manger)

Il senso

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Cioè, che senso ha questa cosa di raccogliere semi. Spero forse di vederli crescere? Considerata la localizzazione, tempo 3/4 mesi e la faccenda è  chiusa. Giusto qualche tempo per la successione e l'assicurazione.  Ma sarò impazzita a prendere i semi. Sarà forse un riflesso condizionato. Tempo scaduto, darling  

Difficile

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 Difficile dormire con determinate prospettive davanti. E poi, vorrei poter parlare con qualcuno: solo che a parlarne poi le facce diventano come di gomma, si allungano, si storcono, prendono un'espressione brutta, di disagio. E poi non si riesce più a tornare alla naturalezza di prima. Allora meglio niente, dai. Non dico nulla e mi tengo nella testa tutte le diapositive viste e riviste. Quanta gente ho visto salire su questa giostra.  E adesso tocca a me: ho già il biglietto comprato. (Scusate l'argomento, inadatto al sabato sera)

Gli insetti

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Che argomento, vero? e invece ha un suo perché, ovvio Prendete stamattina, ad es. Un attimo, la vespa mi ronzava intorno e io la scacciavo Un attimo: paf, un buco sul braccio! e una bella bolla, pure Ieri, lo stesso: innaffiavo un pochino le rose, avrò disturbato una vespa (ho raccolto l'acqua da uno dei grossi bidoni raccoglitori di acqua piovana, ormai pressoché esauriti, ahimè) un breve parapiglia, pensavo di averla scampata, macché: buco con piccola ecchimosi. E dunque? si chiederanno i miei rari lettori, che c'entra tutto ciò?  (...) Come fanno gli insetti a capire subito dove passa la vena? i due buchi sono infatti perfettamente simmetrici sulle due braccia. In questi giorni tutte le volte che ho fatto il prelievo, dopo lungo studio ricevevo minimo due buchi per parte, e ciascuna volta in almeno uno dei due prelievi la vena era trafitta da parte a parte, con un versamento e conseguente livido che perdurava settimane. Sono più bravi gli insetti

Era soltanto uno sguardo stupito

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 Non potevo. Non era possibile proseguire dove mi trovavo. Saluto tutti i passanti, tutti i rari casuali lettori, scusate l'intromissione. Non reggevo alla tensione, dovevo cambiare il luogo, il “topos”. Troppa pressione. Scriverò qui, da ora in poi, potrebbero essere lettere inviate lontano, o pagine di diario. Abbiate comprensione, signori lettori passanti.